L'8 e il 9 Giugno 2025 gli italiani potranno andare a rispondere ai 5 quesiti del referendum abrogativo. I quesiti riguarderanno il mondo del lavoro, tranne l'ultimo che riguarderà la cittadinanza.
Il referendum è stato proposto dalla CGIL e punta a promuovere alcune riforme approvate dal Jobs Act, la riforma del lavoro approvata dal governo Renzi nel 2014.
Cosa sono i referendum abrogativi?
I referendum abrogativi servono per dare ai cittadini la possibilità di esprimersi sull'abrogazione, ovvero la cancellazione, di leggi o parti di leggi. Questa è la ragione per la quale in tutte le schede ci sono due opzioni di risposta: "sì" o "no". Se si vota "sì", si esprime la volontà di eliminare la norma o la parte di norma indicata nel quesito. Votando no, invece, i cittadini esprimono la volotnà di mantenere invariata la legge in questione.
Con i referendum abrogativi, quindi, non si parla della creazione di una nuova legge, ma si darà ai cittadini la possibilità di esprimere la loro volontà sull'eliminazione di una legge o di una parte di essa.
In che caso il referendum sarà valido?
Perché il referendum passi, è richiesto una determinata percentuale di partecipazione al voto. Il risultato dle referendum potrà essere considerato valido se raggiungerà il cosiddetto quorum, ovvero se almeno il 51% degli elettori andrà a votare.
I quesiti del referendum
- Contratto di lavoro a tutele crescenti: secondo il Jobs Act e i contratti di lavoro di tutti i lavoratori assunti dopo il 2015, in casi di licenziamento illegittimo in aziende medie o grandi, il lavoratore ha diritto unicamente a un indennizzo economico, calcolato sulla base dell'anzianità di servizio, ma non ha diritto alla riassunzione. Con questo quesito, si può eliminare questa norma e di tornare all'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori del 1970, che prevedeva la reintegrazione nel posto di lavoro.
- Il secondo quesito riguarda i licenziamenti illegittimi all'interno delle piccole imprese e al limite esistente imposto al risarcimento dovuto al lavoratore. Attualmente, il risarcimento ha un minimo di 2,5 mensilità e un massimo di 6 mensilità. Il quesito ha lo scopo di cancellare il limite massimo di sei mensilità e propone di lasciare al giudice la decisione finale.
- Il terzo quesito riguarda i contratti a tempo determinato, previsti unicamente durante il primo anno del lavoratore presso un'attività per un massimo di 12 mesi. Il rinnovo di tale contratto deve essere giustificato attraverso una delle causali previste dalla legge, come la necessità di sostituire dei lavoratori assenti. Questa modalità vuole proteggere il contratto a tempo indeterminato, che protegge maggiormente i lavoratori. Il quesito mira a cancellare la norma che non obbliga il datore di lavoro a giustificare i contratti a termine durante i primi 12 mesi. Se vincesse il sì, il datore di lavoro dovrebbe motivare dall'inizio le causali dei contratti a tempo determinato.
- Responsabilità del committente negli appalti: il quarto quesito, nonché l'ultimo del referendum sul mondo del lavoro, parla di sicurezza sul lavoro e di responsabilità negli appalti. Quando un lavoratore si infortuna sul luogo di lavoro, si parla di "responsabilità solidale": sia il committente che l'appaltatore sono chiamati a rispondere. Tale meccanismo è volto a propteggere i diritti dei lavoratori. Tuttavia, quando il danno o l'incidente è riconducibile a "rischi specifici dell'impresa appaltatrice", il committente non è chiamato a rispondere. Se in questo caso vincesse il "Sì", si eliminerebbe l'ultima norma citata e le imprese committenti e appaltatrici sarebbero sempre chiamate a rispondere in caso di infortuni sul lavoro.
- L'ultimo quesito riguarda la cittadinanza. Ad oggi, per richiedere la cittadinanza, un extracomunitario deve risiedere almeno 18 anni continuativi in Italia. Il quesito mira a diminuire il periodo di permanenza in Italia da 18 a 5 anni. Il quesito chiede di eliminare solo la parte riguardante il tempo continuo trascorso in Italia, mentre gli altri requisiti resterebbero invariati.
Come si vota?
Come già anticipato, il Referendum avrà luogo l' 8 Giugno dalle 07:00 alle 23:00 e il 9 Giugno dall 07:00 alle 15:00.
Ogni elettore riceverà 5 schede di colore diverso, una per ciascun quesito. Su ogni scheda si potrà votare "sì", per eliminare la norma in questione o "no", per mantenerla invariata.
Se gli elettori, per motivo di studio, lavoro o cure mediche, si trovano "fuori sede", ovvero in un comune di una provincia diversa rispetto a quella del comune di iscrizione elettorale per un periodo di almeno 3 mesi, hanno la possibilità di fare la domanda di ammissione al voto fuori sede.
Conclusione
In sintesi, il Referendum di Giugno 2025 è l'occasione per esprimere la propria voce su temi che ci riguardano tutti da vicino, ovvero il lavoro e la cittadinanza.
Comprendere i singoli quesiti e le implicazioni di un voto "Sì" o "No" è essenziale per esercitare un diritto democratico informato e consapevole, contribuendo a plasmare il futuro del nostro Paese.

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