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260 mila posti di lavoro disponibili in Italia

Di 
Ludovica
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Aggiornato il
26/8/2025

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Nonostante il settore turistico italiano continui a macinare record di presenze, si trova a fare i conti con un problema strutturale sempre più grave: la carenza di personale. L'allarme lanciato da Confcommercio, rivela che nel 2025 mancheranno all'appello circa 260.000 lavoratori nel settore del commercio, ospitalità e ristorazione. Una cifra che non solo conferma il disequilibrio tra domanda e offerta, ma ne evidenzia un preoccupante peggioramento.

Un buco occupazionale che cresce

La situazione è particolarmente critica pere ruoli che sono il cuore pulsante dell'esperienza turistica italiana. Parliamo di cuochi, camerieri, barman, addetti ai piani degli hotel e pizzaioli. Se nel 2019 la percentuale di profili difficili da trovare era del 24,6%, oggi questa cifra è salita vertiginosamente, toccando il 51,8% delle assunzioni previste. 
Questo significa che oltre la metà delle posizioni aperte rischia di rimanere scoperta.

Questa carenza non è un fenomeno nuovo, ma sta diventando sempre più grave. Se nel 2024 circa il 55% delle assunzioni previste per diplomati in turismo e ristorazione non sono andate a buon fine, l'anno in corso si prospetta ancora più difficile.

Il dettaglio che fa la differenza: alberghi e ristoranti in difficoltà

La crisi del personale si manifesta con particolare intensità in due settori chiave: alberghi e ristoranti.

Per gli hotel, la carenza si sente soprattutto per gli addetti ai piani, figure fondamentali per garantire la pulizia e l'ordine delle camere, un servizio essenziale che influenza direttamente la soddisfazione del cliente. La mancanza di questo personale può portare a un rallentamento delle operazioni, a una riduzione del numero di camere gestibili e, in ultima analisi, a una perdita di ricavi.

Nei ristoranti, il problema è ancora più visibile. Non è raro trovare locali che riducono gli orari di apertura, che chiudono un giorno in più alla settimana o che limitano il numero di coperti disponibili. La figura del cameriere non si limita a portare piatti a tavola, ma un professionista che sa consigliare, gestire il cliente e creare un'esperienza. La carenza di cuochi e pizzaioli, poi, costringe i locali a limitare il menù o a rinunciare a specialità complesse, penalizzando la qualità dell'offerta gastronomica italiana, famosa in tutto il mondo.

Le radici del problema

Ma quali sono le radici di questo profondo disequilibrio tra domanda e offerta?

Le cause sono molteplici e complesse. Non si tratta solo di una mancanza di candidati, ma di un problema di attrattività del settore.

Molti lavoratori, soprattutto dopo la pandemia, hanno optato per mestieri che offrono un migliore equilibrio tra vita professionale e privata, orari meno gravosi e stipendi più dignitosi. La percezione del lavoro nel turismo e nella ristorazione, spesso visto come precario e poco valorizzato, allontana i talenti, specialmente i giovani.

La mancanza di formazione specifica per i mestieri più tecnici e specializzati, come quello di chef o di sommelier, contribuisce ad ampliare ulteriormente il divario.

Le nuove professioni del settore del turismo

Mentre il settore si trova ad affrontare la carenza di figure tradizionali, si sta assistendo a un'evoluzione che sta creando nuove opportunità lavorative. Il turismo odierno, sempre più focalizzato sull'esperienza del cliente, sulla sostenibilità e sulla tecnologia, richiede professionalità specializzate e ibride.

Ecco alcune delle figure emergenti e più richieste:

  • Responsabile del turismo sostenibile: Guida le strutture e le destinazioni verso pratiche ecologiche e responsabili. Il suo ruolo è fondamentale per attrarre una clientela sempre più attenta all'impatto ambientale e sociale.
  • Esperto di turismo esperienziale: Non si limita a vendere un pacchetto vacanza, ma progetta esperienze uniche e personalizzate che vanno oltre il semplice soggiorno, come tour enogastronomici, workshop artigianali o percorsi tematici.
  • Digital Content Creator per il turismo: Sviluppa strategie di marketing digitale e crea contenuti multimediali coinvolgenti (video, podcast, blog) per raccontare destinazioni e strutture ricettive, attirando l'attenzione di un pubblico globale.
  • Analista di dati turistici (Data Scientist): Analizza i dati relativi ai flussi turistici, alle preferenze dei visitatori e alle tendenze di mercato per aiutare le aziende a prendere decisioni strategiche, ottimizzare le offerte e personalizzare i servizi.
  • Specialista in turismo del benessere: Progetta e gestisce offerte dedicate al relax, alla salute e al benessere (yoga retreat, percorsi olistici, spa) in risposta a una domanda crescente di viaggi che rigenerano corpo e mente.

Le possibili soluzioni

La mancanza di personale qualificato ha ripercussioni dirette sulla qualità del servizio offerto. Per affrontare questa sfida, è necessario che il settore agisca su più fronti:

  • Valorizzare il lavoro: Le aziende dovrebbero investire in una maggiore retribuzione, in contratti più stabili e in un miglioramento delle condizioni di lavoro. Riconoscere l'impegno e la professionalità del personale è il primo passo per attrarre e trattenere i talenti.
  • Investire nella formazione: Promuovere percorsi di formazione professionale di alta qualità e supportare l'aggiornamento continuo dei dipendenti può contribuire a colmare il divario di competenze.
  • Comunicare il valore del lavoro: È fondamentale cambiare la narrazione attorno a questi lavori. Un cameriere non è solo un "portapiatti", ma un professionista che sa consigliare, gestire il cliente e creare un'esperienza. Un cuoco è un artista, un esperto del settore che trasforma materie prime in opere d'arte culinarie.
  • Ottimizzare la gestione del personale: La mancanza di personale può essere gestita anche migliorando l'organizzazione interna. L'uso di software e strumenti tecnologici per la gestione del personale, come Skello, può aiutare le aziende a pianificare i turni in modo più efficiente, semplificare la comunicazione con il team e ottimizzare i costi, permettendo ai manager e ai gestori di concentrarsi sul miglioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti, sulla loro formazione e sulla loro clientela.

In conclusione, la carenza di personale nel settore dell'ospitalità è una sfida complessa, ma non insormontabile. Attraverso un impegno congiunto di aziende, lavoratori e istituzioni, è possibile non solo colmare il divario, ma anche elevare la qualità e la dignità di questi mestieri fondamentali per il nostro Paese.

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